Di cosa parliamo, quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi? Un convegno al Festival Segnali di Milano
In occasione del festival Segnali organizzato dal centro di produzione teatrale Elsinor e Teatro del Buratto (Milano, dal 2 al 4 marzo), Planetarium prosegue la serie di incontri/dibattiti attorno al teatro che dialoga con le giovani generazioni già inaugurata a Castelfiorentino, con una discussione prevista per il 2 maggio dalle 17 alle 18.45.
Di cosa parliamo quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi?
Incontro su critica e scena/platea delle nuove generazioni. In collaborazione con Festival Segnali e Maggio all’Infanzia.
Presso Teatro Bruno Munari, h 17.00
Nel marzo 2017 ci fu la prima tappa del percorso-progetto Planetarium creatosi grazie alla collaborazione fra i festival e una rete di operatori attivi nella pratica della critica teatrale quali Altre Velocità, Stratagemmi, Tamburo di Kattrin e Teatro e Critica. Il tema di questa collaborazione è l’ampliamento e la qualificazione, oltre al ruolo che storicamente svolge Eolo, dell’osservatorio di analisi critica e di restituzione dell’area creativa e culturale che in Italia si occupa prioritariamente della scena per le Nuove Generazioni.
Assieme al Festival Segnali intendiamo replicare e qualificare l’esperienza attivata nella passata stagione e, oltre al lavoro di cronaca e dibattito che il festival offre, dare spazio al confronto su questi temi.
Partecipano: Giuditta Mingucci (Elsinor Centro di Produzione, Festival Segnali), Renata Coluccini (Teatro del Buratto, Festival Segnali), Francesco Brusa, Agnese Doria e Rodolfo Sacchettini (Altre Velocità), Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti (Stratagemmi – Prospettive Teatrali).
Ospiti invitati: Paolo Mottana* (Filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca), Claudio Bernardi** (Storia del teatro e antropologia del teatro all’Università Cattolica), Diletta Colombo*** (Libraia, fondatrice dello Spazio b**k) e Ilaria Rodella**** (educatrice, fondatrice di Ludosofici)
Il documento che segue contiene alcune domande e spunti in vista della giornata di incontro.
Porsi delle domande rispetto al cosiddetto “teatro-ragazzi” significa chiedersi innanzitutto chi sono i referenti di questo peculiare approccio scenico, di quale sguardo e immaginario li riteniamo portatori. Durante lo scorso anno, Altre Velocità assieme alle redazione di Teatro e Critica, Il Tamburo di Kattrin e Stratagemmi – Prospettive Teatrali ha dato vita al progetto “Planetarium”, un osservatorio critico sul teatro e le nuove generazioni. Siamo stati ospiti ai festival di Teatro fra le generazioni (Castelfiorentino), Segnali (Milano) e Maggio all’infanzia (Bari), incrociando anche la programmazione di SEGNI New Generations Festival (Mantova) con una specifica progettualità.
Abbiamo dunque articolato un percorso di scrittura e osservazione che ha provato a rimettere al centro dell’indagine critica il fenomeno del “teatro-ragazzi”, sia nelle sue espressioni concrete di compagnie, festival e rassegne che sentono di appartenere a una tale “etichetta” sia in quanto domanda di senso relativa allo statuto di quell’etichetta. Di cosa parliamo quando parliamo di teatro-ragazzi (o teatro intergenerazionale, tout public)? Riprendendo una domanda già formulata dal Giallo Mare Minimal Teatro in una precedente edizione del festival, ci chiediamo: Il teatro-ragazzi, oggi in Italia, esiste? Vale a dire, ha senso parlarne come un settore distinto dagli altri per la messa in campo di specificità estetiche e, non da ultimo, produttive?
Vorremo provare a dare delle risposte che siano il più possibile collettive e aperte, invitando operatori e artisti ad alcuni momenti di confronto che saranno poi trascritti e resi pubblici. Negli ultimi anni sembrerebbe che il tema sia stato un po’ accantonato dalla critica e dalla produzione saggistica. Ma – ci rendiamo conto – è forse tutta una serie di nodi più generali a essere uscita dal dibattito pubblico, a segnare un’empasse del discorso sulle arti e l’infanzia. Come si è evoluto il “patto” fra le generazioni? Dove e in cosa rinveniamo ancora istanze pedagogiche-educative che si prefiggano uno sviluppo dei giovani e dei giovanissimi, rispettandone l’autonomia di pensiero e creatività? Qual è – dopo un lungo periodo di continue riforme e aggiustamenti, nel tacito assenso generale se non per l’accensione saltuaria di polemiche di breve gittata – l’idea che abbiamo di scuola e di trasmissione di saperi?
Tali istanze sono state e continuano evidentemente a essere portate avanti da numerose realtà sul territorio, che le declinano nei loro campi di attività e afferenza più contigui (teatro, scuola, educazioni, sociale, impresa culturale, etc.). Ma forse mancano momenti di condivisione e riflessione collettivi, in cui provare a trarre dall’eterogeneità delle pratiche e degli sguardi alcuni principi e stimoli di rilancio comuni.
Anche per questo, nella stagione di festival che è alle porte, abbiamo immaginato alcuni incontri a metà fra il pubblico e il seminariale che coinvolgano artisti, operatori, educatori, critici e studiosi. Il primo di questi è da poco tenuto all’interno del festival Teatro fra le generazioni di Castelfiorentino. Proseguiamo un tale percorso al Festival Segnali di Milano: durante la prima giornata della rassegna si terrà infatti un convegno curato insieme alla direzione del festival, il prossimo 2 maggio dalle 17.00 alle 18.45.
Queste righe sono dunque da considerarsi come invito aperto a chi vorrà partecipare mettendo sul tavolo dubbi, riflessioni e questioni a partire dalle pratiche sostenute quotidianamente.
Ci piacerebbe mantenere la discussione molto ampia e inclusiva. Nel corso dell’anno appena passato, abbiamo individuato alcuni nodi di domande che ci sembrano particolarmente urgenti, nel tentativo soprattutto di provare a capire come si pone (o dovrebbe porre) il teatro ragazzi rispetto alle più recenti evoluzioni della narrazione e dell’intrattenimento nonché rispetto alla complessità crescente e che tutti accomuna nel ricevere e interpretare informazioni. Tali domande possono essere usate come traccia per portare un breve intervento o per inviarci un intervento scritto.
- Esistono temi “difficili” se pensiamo ai giovani e ai giovanissimi?
- Come andrebbero affrontati a teatro, ma più in generale a livello educativo?
- Come si dovrebbero comportare il teatro e le arti di fronte alla serialità, a una comunicazione artistica che sembra fare della velocità e dell’intrattenimento “immersivo” le proprie caratteristiche?
- Esiste un’istanza pedagogica nel teatro ragazzi, è qualcosa che si oppone al didattismo?
- Più in generale, vorremmo anche provare a capire che cosa qualifica oggi l’immaginario infantile e per l’infanzia, qual è in fin dei conti la nostra idea attuale di infanzia.
- Che differenza c’è fra l’immaginazione dei bambini e un’immaginazione “adulta”? Che ruolo svolge l’immaginazione (e la fruizione artistica di quest’ultima) nella crescita? L’immaginazione ha, infine, un ruolo educativo?
- È vero che in qualche misura si è interrotta la trasmissione di saperi fra le generazioni? Se i giovani non “chiedono” più agli adulti il come si fa, come è possibile re-immaginare un rapporto anche conflittuale? Che responsabilità ha il sistema-scuola in tutto questo?
- Quali relazioni tra teatro-ragazzi e sociale? Quale comunità? Quali modelli estetico, pedagogici ma anche organizzati e di relazione col territorio?
- Dunque, tornando alla domanda iniziale, il teatro-ragazzi esiste, o meglio, può esistere? Di cosa parliamo quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi?
*Paolo Mottana è professore ordinario di filosofia dell’educazione all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha insegnato Filosofia immaginale e didattica artistica all’Accademia di Brera e da anni si occupa dei rapporti tra immaginario, filosofia ed educazione. Ha fondato il Gruppo di ricerca immaginale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Milano Bicocca e presiede l’Associazione Istituto di Ricerche Immaginali e Simboliche (IRIS).
**Claudio Bernardi è professore ordinario di Storia del teatro e Antropologia del teatro presso l’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano; ricercatore in Discipline del teatro e dello spettacolo; è coordinatore della sezione teatro del corso di laurea STARS – Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo. Attualmente all’interno di suddetto corso di laurea insegna Drammaturgia; mentre nella sede di Milano è docente di Drammaturgie performative all’interno del corso di laurea LIMED.
*** Diletta Colombo ha aperto a Milano lo spazio b**k, diventato presto un punto di riferimento per la grande e ottima selezione di albi illustrati e libri legati alle arti, alla cultura visiva e all’artigianato, E’ esperta di libri per ragazzi e illustrazione https://www.spaziobk.com
**** Ilaria Rodella ha fondato Ludosofici, una realtà con cui progetta eventi e percorsi didattici utilizzando gli strumenti che ci provengono dal mondo della filosofia e della didattica dell’arte; ha gestito per anni la libreria Corraini121 a Milano https://www.ludosofici.com